Rinvaso indolore


    Uno dei problemi che affligge gran parte dei bonsaisti, è il rinvaso delle piante in cui sia presente del terreno originale della raccolta ,oppure di quelle piante che non vengono rinvasate da tantissimi anni (solitamente di importazione Giapponese, dove la il  pane radicale é estremamente compatto,  per via dell’akadama che negli anni si è sfaldato e ha prodotto una sorta di mattone dove non penetra più acqua e aria, fondamentali per il nutrimento e l'ossigenazione delle radici.

    In questi tantissimi anni che mi occupo di bonsai, ho cercato  di mettere a punto un metodo che riuscisse a darmi delle certezze sulla buona riuscita dei rinvasi delle piante dove si presenta questo fenomeno a livello di apparato radicale. Il metodo che illustrerò é stato sperimentato sia in Sardegna sia al nord Italia.

    La pianta in vaso

    Iniziamo a parlare di piante che vengono raccolte con grosse zone di terreno originale spesso argilloso, compatto e pieno di sassi.

    Dopo la raccolta il primo step é attendere che la pianta attecchisca. Superata la fase  attecchimento... negli anni successivi, bisognerà lavorare per eliminare il terreno originale, talvolta tale operazione viene eseguita in un unico step, ciò potrebbe causare il decesso della pianta.

     

    Vediamo nel dettaglio quali sono le cause che portano alla morte della pianta.

    Di solito, tranne in qualche caso veramente fortunato, la pianta viene raccolta con una grossa zolla, recidendo le radici tutto attorno alla pianta a circa 30 o 40cm dal tronco, questo per preservare il maggior numero di radici fini. Come molti sanno in piante di un consistente diametro, non sono presenti  capillari nelle immediate vicinanze del tronco, quindi ci troveremo una pianta con una grossa zolla e con solo i monconi di radici grosse.

    Se la pianta raccolta è abbastanza forte e con buone riserve di sostanze accumulate, potrebbe riuscire a produrre nuovi capillari dalle punte dei monconi delle radici che abbiamo lasciato, ma non producendole nella zona asfittica del terreno che abbiamo lasciato di supporto alla pianta.

    Se tutto è andato bene, i capillari che poi sono quelli che  tengono in vita la pianta, verranno prodotti in quella zona di terreno drenante che abbiamo aggiunto attorno al terreno originale.

    Al momento del rinvaso di solito per poter togliere il terreno originale estraiamo la pianta dal vaso e iniziamo a districare le radici con un bastoncino spezzando e tagliando con le forbici i nuovi capillari che la pianta che aveva prodotto con fatica usando le risorse messe da parte, questo per arrivare ad eliminare il centro del terreno asfittico. alla fine del lavoro avremo una pianta rinvasata senza terreno originale ma anche senza quelle radichette che la pianta aveva prodotto faticosamente, a questo punto é come se avessimo raccolto la pianta per la seconda volta, ma con la pianta all’estremo delle forze.

    Esistono già dei metodi come la tecnica di tagliare il terreno a spicchi e rinvasare ad anni alterni, ma su questa non sono assolutamente d’accordo perché si rischia di tagliare alla cieca senza risolvere il problema di fondo.

    Ora vi illustrerò il metodo che ho messo a punto io in questi anni dove ho avuto grossi successi senza perdite, so che questo che  sto per dire produrrá nel mondo bonsaistico molto umorismo come è già accaduto per la precedente tecnica della busta ,che ora e quasi diventata una legge ,ma credo che anche con questo metodo sarà utile ad aumentare i successi.

    Veniamo al dunque a come eliminare in totale sicurezza la zona asfittica senza danneggiare minimamente la zona di capillari fini che mantengono in vita la pianta.

    È semplice, dovremo solo procurarci un bidone aspiratutto anche di bassissima qualità.

    Di seguito trovate le foto relative ad un rinvaso di una pianta classificata tra le più ostiche nell’eliminarle il terreno originale, il cipresso Trattasi di esemplare molto vecchio di 20 cm di diametro mai rinvasata.

    Si cominciano a vedere le prime radici grosse che non vengono distrutte durante l’asportazione del materiale.

    Si notano alla base grosse radici prive di capillari...con l’uso di un bastoncino o un attrezzo a punta, supportato dal bidone aspiratutto, opereremo partendo dalla parte del tronco andando a rimuovere lentamente il terreno asfittico fino ad arrivare al fondo del vaso per poi spostarci fino ad arrivare ad un limite di 5cm dal bordo del vaso dove li sono presenti i capillari che tengono in vita la pianta.    Anche le pietre vengono rimosse con estrema facilità

     

    Viene estratto tutto il vecchio terreno asfittico senza danneggiare i capillari e senza estrarre la pianta dal vaso.

     

     
       

    la pianta è pronta per essere riempita di materiale fresco e drenante dove produrrà nuovi capillari che ci serviranno per fare un buon rinvaso in futuro.

     

    Qui vediamo il rinvaso ultimato con materiale drenante,pomice, perlite,akadama e del carbone di legna per stabilizzare il ph,da notare l,erba presente tutto attorno al vaso, segno che la zona dei capillari non viene toccata e non danneggiata.

    Questo metodo l’ho usato anche su piante importate che avevano un terreno “detto mattone”con ottima riuscita.

    Spero che con questo metodo forse un po' burlesco ma vi assicuro molto efficace ,di poter così risolvere moti dei problemi dovuti ai rinvasi, con questo vi saluto vi abbraccio amici miei ,in ultimo voglio ricordarvi che non sono un maestro e non voglio esserlo,ma sono un semplice bonsaista che lotta per la sopravvivenza delle nostre piante e che cerca di condividere con gli altri le proprie esperienze. Stefano De Fraia

     

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